Prodotto destinato ai soli fumatori adulti. Prodotto contenente nicotina, sostanza che crea un’elevata dipendenza. Uso sconsigliato ai non fumatori.
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Divieto di fumare in spiaggia: ecco le novità del 2023

mozziconi in spiaggia

Sebbene non esista una legge italiana in materia di divieto di fumo sulle spiagge e lidi italiani, sono sempre di più i comuni e i gestori privati degli stabilimenti balneari che stanno adottando provvedimenti contro il fumo di sigaretta. In alcune località balneari e spiagge, viene applicato il divieto di fumo attraverso delle ordinanze comunali relative sia alle spiagge libere, sia agli stabilimenti attrezzati.

I trasgressori sono puniti con sanzioni che possono arrivare ad oltre 500 euro. In sostanza il divieto di fumare in spiaggia è regolato in maniera autonoma da gestori privati o Comuni, che intervengono in assenza di una normativa ufficiale imposta dal legislatore italiano. Vediamo insieme quali sono le regole in Italia e i Comuni dove si può fumare in spiaggia. E soprattutto le norme che si applicano per chi vuole svapare in spiaggia, aggiornate al 2023. Ne parliamo in questo articolo.

In spiaggia si può fumare?

All’estero, sono molti i Paesi ad aver già introdotto da anni questa regolamentazione. È così sulle spiagge della Gran Bretagna e in quelle degli Stati Uniti, oltre che su molte spiagge Francesi (come la Costa Azzurra, Nizza e Côte des Basques). E in Italia?

Nel nostro paese la prima spiaggia virtuosa è stata quella veneziana di Bibione, che si è dichiarata “no smoking” già nel 2014. Ma le cose hanno cominciato a muoversi più diffusamente con iniziative locali e la definizione di diverse spiagge “smoking free”.

Tuttavia parlando di mozziconi di sigaretta, esiste una legge nazionale che sanziona chiunque butti i mozziconi di sigaretta a terra, in acqua, negli scarichi o sul suolo pubblico. In questo caso, la legge prevede una sanzione da 60 a 300 euro di multa. I proventi della sanzione sono trasferiti dallo Stato ai Comuni per l’acquisto di appositi raccoglitori per mozziconi e prodotti da fumo.

Fumo in spiaggia: ecco i comuni in cui è vietato fumare in spiaggia

Negli anni le ordinanze comunali si sono moltiplicate, ma questo non basta. Ma quali sono i comuni in cui è già stato confermato il divieto di fumare in spiaggia? E cosa cambia nel 2023?

Qualche esempio di comune virtuoso

Per ora, tra i comuni in cui il divieto di fumare in spiaggia è già effettivo, c’è innanzitutto quello di Bibione in Veneto. In Sardegna diverse amministrazioni comunali hanno seguito il suo esempio: come i comuni di Stintino, Castiadas, Sassari e Olbia.
In Sicilia, invece, non si può fumare in spiaggia a Lampedusa e Linosa, nelle Marche è vietato a San Benedetto del Tronto, l’Emilia Romagna ha posto il veto per i litorali di Rimini, Ravenna e Cesenatico. La Liguria ha interdetto il fumo a Savona e Lerici e in Puglia è vietato accendere sigarette in spiaggia a Porto Cesareo. Nel Lazio, numerosi comuni hanno scelto di adottare questa misura per salvaguardare salute, decoro urbano e ambiente: si tratta di Ladispoli, Anzio, Ponza e Latina.

Ai comuni che già aderivano allo “smoking free”, si aggiungono altri paradisi del nostro litorale.

La spiaggia di Tuerredda, a sud di Cagliari, per esempio, vero e proprio paradiso in terra, ha introdotto il divieto di fumare liberamente in spiaggia. Saranno allestite, però, delle aree riservate per il fumo.

Anche il comune di Fiumicino, che comprende anche la frazione di Fregene sulla costa romana, ha stabilito nuove restrizioni con un divieto assoluto di fumo, non solo sotto l’ombrellone o sulla battigia, ma ovunque. Ogni gestore sarà libero però di definire delle aree attrezzate per i fumatori, sempre all’interno del perimetro del proprio stabilimento.

Rimini, uno dei litorali più frequentati e amati da moltissimi italiani e turisti stranieri, ha confermato il divieto di fumare sulla battigia. Questo provvedimento, introdotto già nell’estate dello scorso anno, ha lo scopo primario di combattere l’inquinamento delle cicche di sigaretta che rimangono nella sabbia.

Tra le altre località balneari smoke-free, troviamo: Chioggia in Veneto; Alba Adriatica in Abruzzo; Anzio, Gaeta, Ladispoli, Ponza, Sperlonga e Torvaianica nel Lazio; Golfo dei Poeti, tra Porto Venere e La Spezia, Arenzano, Loano e Sanremo in Liguria.

Ed ancora Pesaro e Sirolo nelle Marche; Manduria in Puglia; Cabras e tutta la Costa Smeralda in Sardegna; infine Noto, Altavilla Milicia, Terrasini, Isola delle Femmine e Capaci in Sicilia.

Il divieto di queste località balneari non comprende, però, quello relativo alle sigarette elettroniche. Infatti, per queste ultime non vige la proibizione perché non è scritta in maniera specifica all’interno dell’ordinanza comunale. La maggioranza delle volte, infatti, svapare viene concesso dal Comune in quanto lo svapo prevede solo l’emissione di vapore e, a volte, le e-cig risultano anche prive di nicotina.

Il divieto di gettare le cicche in spiaggia, invece, è ovviamente sempre valido in ogni spiaggia. Rispettarlo dovrebbe dipendere dal senso civico e dall’educazione di ognuno, non solo dal timore di controlli e multe.

Divieto di fumo in spiaggia: quali sono le sanzioni per chi trasgredisce

Occhio quindi ai cartelli che impongono il divieto di fumo in spiaggia. Le sanzioni per i trasgressori sono decisamente salate e vanno dai 27,50 euro ai 275 euro. Questa sanzione raddoppia passando da un minimo di 55 euro a un massimo di 550 euro nel caso in cui la violazione avvenga in presenza di una donna in evidente stato di gravidanza o in presenza di minori. Chi vigila sull’osservanza delle ordinanze comunali? La polizia municipale è autorizzata a fare sopralluoghi e può comminare le sanzioni, per il divieto di fumo e per le eventuali “cicche in spiaggia”.

Nei comuni in cui vige il divieto di fumo, sia nelle spiagge libere sia negli stabilimenti, se le multe vengono pagate entro 5 giorni si ha diritto ad uno sconto del 30%, ai sensi della legge 98/2013. Le ordinanze comunali prevedono che il divieto venga segnalato con appositi cartelli.

La novità del 2023 in fatto di normativa anti-fumo, arriva dal ministero della Salute. Il ministero della Salute, infatti, è pronto ad intervenire per estendere gli attuali divieti sul fumo previsti dalla Legge Sirchia, entrata in vigore il 10 gennaio 2005, al fine di creare una «generazione libera dal tabacco». Le ipotesi sul tavolo riguarderebbero l’estensione del divieto di fumo in luoghi all’aperto in presenza di minori e donne in gravidanza, nonché l’eliminazione della possibilità di attrezzare sale fumatori in locali chiusi.

Divieto di fumo in spiaggia: ecco perché esiste questa legge

Ma perché si tiene tanto ad estendere il divieto di fumo in spiaggia?
Negli ultimi anni sta crescendo la consapevolezza dei danni provocati dal fumo, con particolare attenzione anche al fumo di terza mano e, quindi, ai residui come cenere e mozziconi di sigaretta.

Proprio questa rinnovata coscienza sta spingendo molte amministrazioni comunali ad estendere il divieto di fumo anche alle spiagge. Bisogna specificare, però, che la cosiddetta legge anti fumo, approvata e in vigore dal 2003, non vieta le sigarette in spiaggia. Non esiste cioè una vera e propria legge che prevede il “divieto fumare in spiaggia”. Piuttosto, le singole amministrazioni comunali, specie quelle più attente alla salute e all’ambiente, hanno deciso negli anni di emettere ordinanze anti fumo.

In linea generale il divieto di fumo è presente sia sulla spiaggia libera che negli stabilimenti privati, lungo la battigia e per 10 metri di distanza dal bagnasciuga. Alcuni comuni più severi, estendono il divieto anche in acqua e fino a 200 metri dalla riva.

Le regole imposte dalle ordinanze sono comunque sempre ben segnalate all’ingresso delle spiagge attraverso appositi cartelli.

Il fumo di sigaretta è dannoso per la salute

Ma perché molti comuni hanno preso questa iniziativa?
Il fumo può essere un elemento di disturbo in spiaggia. Oggi tutti sanno quanto sia dannoso per la salute fumare le sigarette tradizionali e altri derivati del tabacco. In moltissimi conoscono bene anche la pericolosità del fumo passivo, cioè quello che viene disperso nell’ambiente e involontariamente respirato da chi si trova in prossimità di fumatori attivi.

C’è poi il fumo di terza mano: parliamo di tutti i residui della combustione depositati sugli abiti dei fumatori e sulle superfici degli ambienti in cui si fuma, della cenere prodotta e delle stesse cicche di sigaretta spente dal fumatore.

Mozziconi di sigaretta: un pericolo per l’ambiente

Molto spesso i mozziconi di sigaretta vengono purtroppo dispersi in modo irresponsabile, senza pensare alle conseguenze che ciò comporta per l’ambiente e per la nostra salute. E così ci ritroviamo con strade, parchi, giardini e spiagge piene di mozziconi di sigaretta.

Come riportano gli studi più recenti, sono 766 mila tonnellate i mozziconi gettati ogni anno a terra. I filtri delle sigarette sono composti principalmente da microplastiche in fibre di acetato di cellulosa, che se dispersi nell’ambiente subiranno un processo di scomposizione dettato dalla luce solare, dall’umidità e da altri fattori ambientali. Una volta scomposti, i mozziconi di sigaretta rilasciano queste microplastiche nell’ambiente, assieme a metalli pesanti e altre sostanze tossiche.

Un panorama non proprio piacevole, soprattutto in un luogo di vacanza!

Impegno a contrastare l'inquinamento da fumo in spiaggia

Per contrastare l’inquinamento da sigaretta, le amministrazioni stanno introducendo divieti e sanzioni, prevedendo l’installazione di apposite aree fumatori con raccoglitori di mozziconi. Tuttavia, per ottenere un reale beneficio, la soluzione più semplice e salutare per tutti sarebbe quella di smettere di fumare
o passare alla sigaretta elettronica, scegliendo per esempio myblu® VAPE DEVICE, il dispositivo con Liquidpods precaricati, facilmente sostituibili contenenti vari aromi myblu®. Questo dispositivo è notevolmente meno dannoso rispetto al fumo di sigaretta tradizionale. Secondo uno studio dell’agenzia britannica statale “Public Health”, una sigaretta elettronica è per il 95% meno dannosa rispetto a una tradizionale. Utilizzare la sigaretta elettronica, inoltre, non infastidisce le altre persone vicino a noi in spiaggia, non produce puzza di fumo e non lascia residui.

Ma cosa dice l’ordinanza riguardo allo svapo e all’utilizzo di e-cig?

Si puó "fumare" in spiaggia la sigaretta elettronica?

Molti vaper si stanno chiedendo se si può fumare in spiaggia con l’e-cig.

La legge italiana sul fumo non sempre distingue nettamente bionda e vaporizzatore. Tuttavia, dal momento che il divieto di fumo in spiaggia serve a tutelare la salute delle persone e l’ambiente dall’inquinamento da fumo di sigaretta, il provvedimento di fatto non riguarderebbe le sigarette elettroniche.

Alcune ordinanze chiariscono invece espressamente questo dubbio, precisando che “ai bagnanti sarà concesso di fumare solo la sigaretta elettronica”. Per questo, la e-cig rimane la migliore soluzione. Stessa cosa si può dire per la possibilità di svapare in viaggio.

Ma, in sostanza, cosa devo fare se voglio svapare in spiaggia? La prima cosa da fare è informarsi sui provvedimenti anti-fumo emessi dalle singole Amministrazioni Comunali del luogo dove andremo in vacanza, magari controllando sul sito web del Comune o domandando ai gestori dello stabilimento specifici divieti per le e-cig. I divieti sono categorici per il fumo di sigaretta, mentre per il fumo delle sigarette elettroniche potrebbe esserci più flessibilità. Leggere con attenzione il regolamento della spiaggia e del Comune di appartenenza è di solito sufficiente per capire come muoversi. La cosa certa, in ogni caso, è che bisogna lasciare la spiaggia libera da rifiuti o mozziconi. L’impegno civico è fondamentale per promuovere l’attenzione collettiva verso la protezione dell’ambiente.