Prodotto destinato ai soli fumatori adulti. Prodotto contenente nicotina, sostanza che crea un’elevata dipendenza. Uso sconsigliato ai non fumatori.
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Sigaretta elettronica in ufficio: dove si può svapare durante le pause?

Sigaretta elettronica in ufficio

Dopo tanti mesi, molti italiani sono tornati finalmente in ufficio. Cosa ci è mancato più di tutto? Per molti, ciò che è mancato di più è il momento della pausa da trascorrere con i colleghi. La pausa caffè, la pausa per una chiacchierata, la pausa sigaretta.

A tal proposito, sono passati quasi venti anni dall’emanazione della legge n.3 del 16 gennaio 2003 che ha cambiato radicalmente le abitudini dei fumatori in Italia: parliamo della normativa (“Disposizioni ordinamentali in materia di pubblica amministrazione”) in tema di fumo nei locali pubblici. Nonostante se ne sia parlato tanto, restano ancora alcuni dubbi. La sigaretta elettronica è equiparata alle sigarette tradizionali? E, cosa ancora più importante per molti lavoratori nel nostro Paese, la sigaretta elettronica in ufficio è ammessa? Si può svapare in ufficio durante le pause? Scopriamolo insieme in questo articolo.

Pausa sigaretta in ufficio: cosa dice la legge

L’articolo 51 della legge n.3 del 16 gennaio 2003 è intitolato “Tutela della salute dei non fumatori” e definisce le misure volte a eliminare l’esposizione al fumo passivo nei luoghi pubblici al chiuso e nei luoghi di lavoro. In particolare, la legge stabilisce che “È vietato fumare nei locali chiusi, ad eccezione di: quelli privati non aperti ad utenti o al pubblico; quelli riservati ai fumatori e come tali contrassegnati”.

Dunque la legge del 2003 parla chiaro: è possibile fumare sigarette tradizionali nei luoghi chiusi solo in abitazioni private o solo in locali dedicati ai fumatori. Questi ultimi devono presentare specifiche caratteristiche, come un adeguato sistema di ventilazione e di ricambio dell’aria e altri requisiti fissati dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23 dicembre 2003. In tutti gli altri luoghi chiusi, uffici privati e pubblici inclusi, fumare è vietato.

Sigaretta elettronica in ufficio: fa eccezione?

La sigaretta elettronica non è una sigaretta tradizionale. Cosa succede, quindi, quando ci si ritrova di fronte a un divieto di fumo? In ufficio la sigaretta elettronica è permessa? E in che misura? In mancanza di una specifica e nuova normativa, non si applica alle sigarette elettroniche il divieto di fumo previsto dall’art. 51 delle legge n. 3/2003 a tutela della salute dei non fumatori. Tuttavia il datore di lavoro ha la possibilità e la piena facoltà di vietare l’uso delle sigarette elettroniche in azienda e l’uso delle sigarette elettroniche in ufficio è subordinato al fatto che il datore di lavoro prenda in esame il problema in sede di valutazione dei rischi.

Fumare la sigaretta elettronica in ufficio non è espressamente vietato. Il dispositivo della e-cig, infatti, emette vapore, convertendo un liquido in un aerosol inalabile e non produce sostanze legate alla combustione del tabacco. Il liquido vaporizzato è composto da glicole propilenico, glicerina vegetale, acqua e aromi. Può inoltre prevedere la presenza di nicotina a diverse gradazioni, ma sono previsti anche liquidi aromatici privi di nicotina. Per questa ragione, la sigaretta elettronica non è equiparabile alla sigaretta tradizionale.

In ambito europeo l’orientamento comune, infatti, considera le sigarette elettroniche al di fuori del campo di applicazione della direttiva 2001/37/CE in materia di tabacco. Il parere del 26/09/2012 del Ministero della Salute concorda con questo orientamento e stabilisce che, in mancanza di una specifica normativa, il divieto di fumo a tutela della salute dei non fumatori e per l’eliminazione dell’esposizione al fumo passivo non sia applicabile alle sigarette elettroniche. Fumare la sigaretta elettronica in ufficio è quindi possibile e fa eccezione alla legge n. 3 del 16 gennaio 2003. Ma questo vale sempre?

Sigaretta elettronica: fumare in ufficio e sul luogo di lavoro, ma non a scuola

Quanto detto finora non vale, però, per i dipendenti di scuole pubbliche e private, docenti e personale scolastico.

La legge n. 128 dell’8 novembre 2013 (“Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 12 settembre 2013, n. 104, recante misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca”) stabilisce infatti il divieto dell’utilizzo delle sigarette elettroniche in ambiente scolastico, così come nelle comunità di recupero, negli istituti penali per minorenni e nei centri di impiego e di formazione professionale.

Infatti si legge: «È vietato l'utilizzo delle sigarette elettroniche nei locali chiusi e nelle aree all'aperto di pertinenza delle istituzioni del sistema educativo di istruzione e di formazione, comprese le sezioni di scuole operanti presso le comunità di recupero e gli istituti penali per i minorenni, nonché presso i centri per l'impiego e i centri di formazione professionale».

Fumo sigaretta elettronica in ufficio: quando decide il datore di lavoro

Abbiamo detto che la legge non equipara l’e-cig alla sigaretta tradizionale e quindi non vieta di svapare in ufficio. Ma il datore di lavoro può intervenire e vietare l’utilizzo delle sigarette elettroniche?

A rispondere a questa domanda è la Commissione per gli Interpelli, istituita nel 2008 come ente a cui richiedere chiarimenti circa le norme del Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro (art. 12, comma 2, DLgs. 81/2008). Per la Commissione la direttiva non è applicabile alle e-cig, ma il divieto può essere introdotto dal datore di lavoro.

Il caso dell’ABI sullo svapo in ufficio

Il 24 ottobre 2013 l’Associazione Bancaria Italiana aveva chiesto alla Commissione se la normativa sul divieto di fumo fosse estendibile anche alle sigarette elettroniche.

La Commissione per gli Interpelli ha innanzitutto premesso che la sigaretta elettronica utilizza miscele che possono contenere nicotina e (in concentrazioni nanometriche) anche altre sostanze; che anche un uso moderato, può comportare il superamento della dose di nicotina definito accettabile dall’Agenzia Europea per la sicurezza alimentare; e, infine, che gli effetti sulla salute di vapers (e non) non sono stati ancora accertati.

Fatte queste premesse, in accordo con l’orientamento europeo esistente, la Commissione ha ritenuto che, in mancanza di una specifica previsione normativa, il divieto di fumo previsto dall’articolo 51 della legge n 3/2003 a tutela della salute dei non fumatori non sia applicabile alle sigarette elettroniche.

Fumare in ufficio: l’intervento del datore di lavoro

Quindi, alla domanda “Posso fumare la sigaretta elettronica in ufficio?”, la Commissione risponde con un sì. Svapare in ufficio però è vietato in caso di eventuale disposizione del datore di lavoro.

La Commissione per gli Interpelli, infatti, ha concluso il suo intervento aggiungendo: «Ferma restando la possibilità il datore di lavoro, nell’ambito della propria organizzazione di vietare l’uso delle sigarette elettroniche in azienda, nel caso in cui ciò non avvenga, né potrà essere consentito l’uso solo previa valutazione dei rischi, ai sensi delle disposizioni vigenti. La suddetta valutazione dovrà tener conto del rischio cui l’utilizzazione della sigaretta elettronica può esporre i lavoratori, in ragione delle sostanze che possono essere inalate, a seguito del processo di vaporizzazione (nicotina e sostanze associate)».

Il datore di lavoro è quindi libero di porre il divieto di sigaretta elettronica in ufficio. Lo svapo in ufficio diventa quindi sua responsabilità, in quanto la stessa Commissione riporta all’attenzione della normativa “la valutazione dei rischi”, ovvero il divieto è subordinato al fatto che il datore di lavoro prenda in esame la questione coinvolgendo il responsabile del servizio Prevenzione e Protezione (Rspp) e il medico competente, acquisendo, in sede di consultazione, il parere del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (Rls).

Analizzando la questione dal punto di vista del datore di lavoro, egli ha due opzioni:

  • vietare l’uso delle sigarette elettroniche, con un esplicito e formale provvedimento;

  • consentire l’uso delle e-cig ma dopo essersi assunto l’onere e la responsabilità di una puntuale e documentata valutazione dei rischi.

Secondo una recente sentenza della corte di Cassazione, la materia è ampia. I giudici sono stati chiamati a valutare la legittimità di un licenziamento intimato da un’azienda a un dipendente che svapava in ufficio, tra i colleghi. I giudici hanno annullato la decisione del datore di lavoro perché svapare non è incompatibile con lo svolgimento dell’attività lavorativa. La motivazione si sofferma sulla differenza che c’è tra le pause e il fumo.

Secondo i giudici la pausa sigaretta elettronica non può essere equiparata alla pausa caffè perché si può fumare l’e-cig senza allontanarsi dalla propria postazione di lavoro e non è detto che avere una mano occupata, implichi una riduzione della qualità lavorativa. Insomma, distrarsi qualche minuto con una sigaretta elettronica, è cosa ben diversa che allontanarsi dalla postazione di lavoro per andare al bar.

Sigaretta elettronica in ufficio pubblico: svapare è possibile?

La normativa n.3 del 16 gennaio 2003 parla chiaro. “È vietato fumare nei locali chiusi, ad eccezione di quelli privati non aperti ad utenti o al pubblico (...)". L’ufficio pubblico, quindi, rientra nelle casistiche previste di divieto di fumo tradizionale.

L’utilizzo di sigaretta elettronica in ufficio pubblico, dunque, rientra nella stessa casistica già descritta per gli uffici fin qui descritta e (allo stesso modo) prevede gli eventuali divieti introdotti dal singolo responsabile che, per diversi motivi, può vietare l’uso della sigaretta elettronica in ufficio pubblico. Anche in questo caso si fa riferimento al parere della Commissione per gli Interpelli del 24 ottobre 2013.

Miglior sigaretta elettronica in ufficio: comoda e pratica

Chiarito il dubbio relativo alla possibilità di svapare nei luoghi di lavoro, proviamo a capire qual è la miglior sigaretta elettronica per l’ufficio.
Di sicuro una e-cig a sistema chiuso, come myblu®, può risultare più comoda, sicura e pratica da utilizzare in ufficio. I liquidi per sigaretta elettronica myblu® sono semplici da usare e da sostituire, senza il rischio di fuoriuscite durante la ricarica. Ogni Liquidpod, infatti, contiene già liquido per la sigaretta elettronica e, grazie al sistema “clicca e svapa”, basta un clic e l’e-cig è già pronta per l’uso.

Inoltre, grazie alla varietà di accessori per sigaretta elettronica, come le cover colorate, il dispositivo può essere personalizzato ogni volta che si desidera. Così non si correrà più il rischio di confondere la propria myblu® con la e-cig di un collega. Infine, utilizzando la charging station e la custodia, la tua sigaretta elettronica sarà sempre carica e puoi riporla in maniera igienica e sicura quando non la utilizzi.