Prodotto destinato ai soli fumatori adulti. Prodotto contenente nicotina, sostanza che crea un’elevata dipendenza. Uso sconsigliato ai non fumatori.
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Abolita la super tassa sulle sigarette elettroniche.

tassa sulle sigarette elettroniche

Super tassa sulla sigaretta elettronica

La regolamentazione del mercato delle sigarette elettroniche ha vissuto una serie di cambiamenti legati soprattutto alla crescente affermazione del dispositivo. L’irrigidimento progressivo ha riguardato tanto la tassazione, quanto la commercializzazione.
L’inclusione in regime di Monopolio con l’emendamento Vicari, l’introduzione di una nuova tassa sui liquidi per sigarette elettroniche e l’ulteriore inasprimento della tassazione con l’approvazione della riforma all’interno del decreto fiscale, hanno messo a dura prova il mercato delle e-cig e gli stessi vapers. Ma come è cambiata la legge sulle e-cig nel corso degli anni?

Prima legge sulla sigaretta elettronica

Il primo provvedimento riguardante il mercato delle e-cig viene introdotto dal Governo con il D. Lgs. 6/2016. Questo decreto regolamentava la commercializzazione di dispositivi e liquidi, imponendo il divieto di vendita a distanza oltre frontiera.

Emendamento Vicari e tassa sigaretta elettronica

Tutto cambia con la nuova “tassa sigarette elettroniche” introdotta con Decreto Legge 4 dicembre 2017 n. 172, collegato alla Legge di Bilancio 2018, in particolare al cosiddetto “emendamento Vicari” (dal nome della firmataria, la senatrice Simona Vicari). Con questo emendamento la commercializzazione dei prodotti da svapo diviene ufficialmente un “affare di Stato”: viene infatti introdotta una tassa da corrispondere allo Stato, come per tutti i prodotti sottoposti a regime di Monopolio. In altri termini, con questo emendamento le sigarette elettroniche vengono equiparate a tutti gli effetti alle bionde tradizionali, indipendentemente dalla percentuale di nicotina contenuta nei liquidi. Ma è stata la successiva approvazione della riforma all’interno del decreto fiscale ad inasprire ulteriormente la tassazione portandola fino al 50%: si tratta della cosiddetta “super tassa”.

Legge e super tassa sigaretta elettronica: le motivazioni ufficiali

Le motivazioni ufficiali dell’introduzione delle nuove norme e della severa tassazione sarebbero da ricondurre, secondo la stessa senatrice, alla necessità di “regolamentare un settore che rischiava di trasformarsi in una giungla”.

Ma ci sarebbero anche delle motivazioni legate a “questioni di salute pubblica o della tutela dei minori nell’accesso a tali prodotti”: la tassa sarebbe ritenuta anche un disincentivo all’utilizzo di questo strumento potenzialmente capace di avvicinare i giovani al tabacco.

Inoltre, la legge avrebbe la capacità di contrastare il fenomeno dell’evasione fiscale legata al già diffuso fenomeno della contraffazione. La legge in materia di sigarette elettroniche infatti rende i consumabili per le e-cig tracciabili e sicuri.

Polemiche su tassa sigaretta elettronica

Le polemiche sulla super tassa sulla sigaretta elettronica non si sono mai placate. Rischi per il settore, interessi dello Stato e approccio proibizionista sono stati i temi più dibattuti.

Super tassa sigaretta elettronica: rischio per il settore

La pesante tassazione ha messo seriamente in pericolo l’industria del vaping ed ha scoraggiato tanti vapers, anche quelli che usavano la sigaretta elettronica per smettere di fumare, perché sconfortati dai prezzi delle ricariche improvvisamente lievitati.

Tassa sigaretta elettronica: un affare per lo Stato

Con la nuova tassa sui liquidi per sigarette elettroniche per lo Stato era previsto l’incasso di un’imposta pari 0,39 euro (Iva esclusa) per ogni millilitro. In pratica, su una boccetta di e-liquid da 10 millilitri, l’incremento di prezzo dovuto all’imposta era di circa 4,5 euro. Un affare d’oro, se si pensa che l’introduzione in regime di Monopolio e la pesante tassa sulla sigaretta elettronica avevano fatto prevedere un incasso per lo Stato nel 2018 di ben 9,5 milioni di euro.

Approccio “proibizionista” dello Stato

Nonostante le numerose ricerche che identificano le e-cig come potenzialmente meno dannose delle sigarette tradizionali, con questa legge e la severa tassazione lo Stato sembra aver adottato un approccio proibizionista. Lo confermerebbe il Nanny State Index (classifica degli Stati più o meno “liberali” nel settore delle sigarette elettroniche) elaborato dall’Epicenter, secondo cui nel 2018 l’Italia si collocherebbe al 21° posto su 28 Paesi dell’UE, posizione dovuta soprattutto all’eccessivo peso del fisco.

Tassa sulla sigaretta elettronica: ultime notizie

Dopo slittamenti, proroghe e sospensioni di imposte, dal 1° gennaio 2019 abbiamo assistito ad un’inversione di marcia sul tema e-cig. I rappresentanti del Governo si erano mostrati fin da subito favorevoli ad intervenire per cambiare le cose e già dal mese di ottobre 2018 si parlava infatti di una riduzione delle tasse su sigarette elettroniche e liquidi. Ma è con il decreto fiscale 2019 che le speranze dei vapers si sono tradotte in realtà. Questo vuol dire “dal 2019 niente tassa sigaretta elettronica”? Non proprio.

Nuova tassa su sigaretta elettronica e liquidi in vigore dal 2019

Tra i diversi interventi previsti dal Decreto Fiscale 2019, le cui revisioni sono in vigore dal 1° gennaio 2019, c’è innanzitutto l’abolizione della super tassa sulle e-cig.
Sulla nuova tassa sigaretta elettronica, evidenziamo una opportuna differenziazione tra liquidi con nicotina e liquidi senza nicotina. Per i primi, infatti, la tassazione è passata dall’attuale 50% al 10% rispetto a quella applicata alle “bionde” tradizionali. Mentre è scesa al 5% la tassa per i liquidi senza nicotina.

Vendita online e-liquid

L’abolizione della super tassa sulle e-cig non è l’unica novità introdotta dalla legge. Il decreto infatti torna a concedere le vendite online, anche se queste restano limitate all’Italia e ai soli rivenditori autorizzati.

Il Decreto, in sostanza, torna a tracciare una importante linea di demarcazione tra sigarette elettroniche e sigarette tradizionali. Riducendo la tassazione sulle prime, si dà nuova spinta alle aziende del settore ma, soprattutto, si tiene conto dell’aspetto sanitario e della possibilità, attraverso le e-cig, di ridurre potenzialmente i danni provocati dal fumo.